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ANALISI DI DETTAGLIO DELLE RISERVE IDRICHE IN AMBITO AGRICOLO, SITUAZIONE ALL’11 GENNAIO 2023

Scritto da

Confagricoltura

Pubblicato il

12/01/2024

Inizia un nuovo anno solare con nevicate che, seppure non particolarmente consistenti, hanno interessato ampie porzioni di arco alpino.

L’accumulo nevoso però, anche a causa della compromissione delle ultime settimane di dicembre dovuta alle eccezionali temperature, si presenta ancora molto al di sotto della media e attualmente si riscontra il 3° più basso accumulo degli ultimi 17 anni con un dato in linea con l’inverno 2021/22.

La stagione della neve non è ancora terminata e i modelli previsionali per le prossime settimane, pur con tutte le incertezze del caso, lasciano intuire la possibilità di ulteriori precipitazioni.

Sicuramente la situazione complessiva dell’accumulo è migliorata ma, purtroppo, siamo in linea con l’andamento degli ultimi anni e molto lontani dai picchi anche solo di poche stagioni indietro.

Pur se con segnali di miglioramento si tratta di una situazione da monitorare con attenzione.

Il Lago Maggiore presenta un livello costante nell’intorno dei 110 cm dopo una fase di calo che è avvenuta in concomitanza con lo scioglimento nivale di dicembre sopra richiamato. Questo è un evento che deve far riflettere in modo importante in quanto, nonostante un marginale incremento negli afflussi dato proprio dallo scioglimento della neve, si è assistito ad una riduzione del livello, complici importanti rilasci a spiccata priorità idroelettrica avvenuto nell’ambito delle vigenti concessioni.

Il livello idrometrico è superiore a quello degli ultimi 2 anni a parità di data e questo costituisce un dato positivo. Importante sarà attuare dinamiche conservative della risorsa anche in funzione dei prioritari fabbisogni irrigui e delle complessive situazioni al contorno.

La falda prosegue nella prevista fase di calo e, a parità di data, il livello è leggermente inferiore a quello degli ultimi tre anni. Sicuramente non si tratta di un evento positivo ma rientra in una dinamica prevedibile in un contesto di sempre più scarso utilizzo della risorsa jemale nell’ambito dell’areale risicolo.

L’utilizzo diffuso e prolungato della risorsa jemale diventa sempre più urgente per sopperire, almeno in parte, alla riduzione degli accumuli nevosi che appaiono ormai come evento consolidato e certo. Si tratta di uno dei pochi, se non l’unico, strumento di mitigazione del cambiamento climatico di immediata attuazione. Sono in fase di conclusione alcune riflessioni, che saranno allegate nella prossima analisi, che evidenziano come l’unico apporto positivo sull’accumulo di falda sia dato dall’attività irrigua e come gli eventi di pioggia, anche diffusi, abbiano scarso impatto sulla ricarica di falda in quanto prevalente la componente di ruscellamento rispetto a quella di percolazione. Nella prossima newsletter saranno riportate maggiori riflessioni e dati.

In dettaglio.

Riserve Nevose:

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche conferma un trend di calo dell’accumulo a parità di data attestando l’accumulo medio il terzo peggior dato dal 2008 ad oggi, in linea però con gli ultimi 3 anni.

Lago Maggiore:

Il Lago nelle ultime settimane, dopo una fase di calo, si è stabilizzato nell’intorno dei 110 cm con un dato leggermente superiore alla media storica.

Rispetto agli ultimi tre anni l’accumulo è considerevolmente superiore ma occorrerà valutare con attenzione l’andamento delle prossime settimane soprattutto in correlazione con gli accumuli nevosi.

Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net. 

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 4 gennaio.

Andamento Falda:

La falda freatica, nella stazione di misura considerata, prosegue nella sua fase di discesa in linea con gli anni precedenti pur se con un dato leggermente peggiore.

Con riferimento poi alla stazione di misura di Sartirana Lomellina si riporta anche l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi dell’ultimo triennio che evidenzia piovosità semestrali in linea nel triennio. 

Scala di allarme riserva irrigua comparto risicolo e possibili interventi emergenziali:

La definizione della scala di allarme tiene conto della situazione complessiva come già analizzata in dettaglio. Allo stato si ha un accumulo nevoso non particolarmente strutturato e inferiore alla media degli ultimi 17 anni e questo porta ad un livello 3 su 5 della scala di allarme, se dovesse auspicabilmente nevicare in modo importante tale indicatore può scendere in modo importante. Il Lago Maggiore ha un discreto accumulo pur se inferiore ai massimi invasabili: l’indicatore, anche in considerazione dell’accumulo nevoso è a 2 su 5. Con riferimento alla falda e al fatto che la sommersione invernale è, purtroppo, in linea con gli scorsi anni, l’indicatore che si ritiene più plausibile, in assenza di nevicate consistenti in pianura, è 4 su 5.

Questo porta ad un indicatore complessivo della scala di allarme irrigua pari a 9 su un massimo di 15. Tale indicazione segnala la necessità di monitorare con attenzione l’evolvere della situazione in quanto sono sufficienti pochi ma consistenti eventi nevosi per rivedere in modo sostanziale l’indicatore e riportarlo in condizioni di ordinarietà. Parimenti eventi di caldo anomalo possono generare situazioni di pesante compromissione tali da richiedere urgenti interventi di salvaguardia di ogni forma di risorsa irrigua stoccabile, consapevoli che il fattore falda ha tempi di reazione lunghi.

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