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ANALISI DI DETTAGLIO DELLA SICCITÀ, SITUAZIONE AL 15 SETTEMBRE 2022 - ANALISI DI CONFAGRICOLTURA PAVIA

Scritto da

Ing. Lasagna Alberto

Pubblicato il

16/09/2022

Da oltre un mese la risalita del cuneo salino non è più un elemento di richiamo mediatico. Analizzando sul sito dell’autorità di bacino per il fiume Po emerge come la risalita si sia interrotta e, dopo essersi dilatata per quasi 40 km, si è stabilizzata a circa 23 km a monte del punto di misura.

Eppure, non si sono avute piogge significative. E questo è dimostrato dalle portate ancora esigue lungo tutta l’asta del Po e dal livello del lago Maggiore che ha risentito solo di un evento temporalesco dalla durata inferiore alle 12 ore. Sempre l’Autorità di Bacino segnala il 7 settembre come da Piacenza alla foce le portate del Po non crescono in modo significativo nonostante i numerosi affluenti mentre a monte di Piacenza si ha un dato ben più significativo di quanto misurato negli scorsi mesi, sempre in costanza di assenza di precipitazioni.

Analizzando i dati si scopre che al 5 settembre la portata del Po a San Sebastiano Po, in provincia di Torino, era di circa 32 m3/s, a Piacenza era di 237 m3/s mentre alla foce a Pontelagoscuro era di 386 m3/s. Appare evidente come tra Torino e Piacenza il Po abbia il maggiore incremento di portata. Entrando ancora più nel merito e leggendo sempre i dati pubblicati dall’Autorità di Bacino, si scopre come, sempre il 7 settembre, la portata del Po aumenti di oltre 124,7 m3/s tra San Sebastiano Po (To) e Isola Sant’Antonio (Al). Se in questo tratto sottraiamo le portate degli affluenti del Po, in particolare Dora Baltea (14 m3/s), Sesia (17,4 m3/s) e Tanaro (26,9 m3/s) emerge un saldo positivo, in poco più di 80 km, di oltre 58 m3/s.

E questo contributo è proprio l’effetto di restituzione del sistema falda dell’areale risicolo che, anche in questa drammatica e aridissima stagione, riesce a restituire le esigue portate avute a disposizione al sistema fluviale padano. Le scarse, discontinue e non sufficienti portate erogate nel corso di questa stagione, assenza che tanti danni ha cagionato, sono in ogni caso restituite al sistema fluviale e, la stabilizzazione della risalita del cuneo salino è essenzialmente dovuta a tale contributo. Ecco dimostrato il contributo della falda dell’areale risicolo che costituisce un fondamentale servizio ecosistemico a tutto il bacino padano, un servizio che non si è interrotto neppure in una annata eccezionale dove le perdite di raccolto, soprattutto sulle porzioni posti sui terminali delle reti irrigue sono mediamente ben superiori al 30 % e solo tra qualche settimana avremo la piena drammatica contezza di quanto accaduto in parte della porzione più meridionali della provincia di Novara e in gran parte della provincia di Pavia.

E la mappatura dei danni dovrà portarci a ragionare sui criteri di riparto delle concessioni e sulle modalità di distribuzione delle portate e sul conseguente beneficio indotto.

La drammatica siccità, i cui effetti proseguono anche se la tensione mediatica si è attenuata, ha determinato una ridotta ricarica della falda che, in ogni caso, pur se con un andamento ritardato di oltre 2 mesi rispetto a quanto si verificava fino a qualche anno fa, sta restituendo le portate prelevate.

Questo fatto dimostra in modo analitico ed oggettivo come molti paradigmi, spesso ideologici, alla base del calcolo del Deflusso Minimo Vitale e del futuro Deflusso Ecologico, vadano rivisti in modo assoluto soprattutto nell’areale risicolo.

I numeri attestano, una volta ancora, come l’agricoltura irrigua dell’areale risicolo non consuma acqua ma la usa per poi restituirla.

I dati dell’Autorità di Bacino sono perfettamente coerenti con quanto misurato nella stazione di misura della falda attivata da Confagricoltura Pavia. Occorre però evidenziare come la stazione di misura sia una zona dove, pur in presenza di imponenti riduzioni e di pesanti danni sui raccolti, vi sia stata una qual certa disponibilità di risorsa nelle ultime settimane, è ragionevole attendere che le rilevazioni piezometriche effettuate nella Lomellina Centrale o nell’intorno di Pavia diano dei dati ancora peggiori con una ricarica considerevolmente più ridotta.

Ultimo dato statistico riguarda il fattore di riempimento dei bacini idroelettrici alpini presenti nel nord ovest: per quanto riguarda i bacini occidentali piemontesi Autorità di Bacino evidenza uno riempimento al 5 settembre dimezzato rispetto al mese di giugno, per quanto riguarda i serbatoi idroelettrici italiani a monte del lago Maggiore si evidenzia un fattore di riempimento del 38 %, per quanto riguarda poi il fattore di riempimento dei serbatoi lungo l’Adda, è pari al 28 %. Dato completamente diverso invece nei serbatoi valdostani dove il fattore di riempimento supera il 66 % confermando l’andamento già evidenziato a fine luglio. E anche questo fatto, al pari dei già citati criteri di riparto e delle modalità di regolazione degli invasi naturali, non può lasciare indifferenti, soprattutto dopo il 2022.

Intanto l’irrigazione si avvia, finalmente con una qual certa regolarità pur se pesantemente ridotta, alla fase finale tentando di recuperare quanti più raccolti possibile, pur in una situazione di eccezionale calamità.

Analizzando nel dettaglio:

Accumulo nevoso
Il dato di accumulo nevoso ormai non è più significativo e quindi si omette di indicare dei dati che sarebbero tutti a zero.
In ogni caso si mantiene ancora al massimo l’indicatore emergenziale e quindi, in una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale situazione può essere classificata con un valore 5, se non altro per non abbassare l’attenzione in questa fase di censimento dei danni.

Situazione accumulo riserva nei laghi
Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione che si conferma eccezionale.
Il Lago ha avuto l’incremento più significativo della stagione in conseguenza dell’evento di pioggia dell’8 settembre che ha consentito un recupero di oltre 25 cm e di riportare le derivazioni a circa il 50 % delle competenze nominali.
Analizzando l’andamento del lago si riporta di seguito il grafico visionabile sul sito laghi.net:

Attualmente le derivazioni sono ridotte di circa il 50 %.

In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, si mantiene un’allerta a livello 5.

Situazione falda
Confagricoltura Pavia prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po, in corrispondenza della confluenza del Sesia, a Sartirana Lomellina.
Ad oggi, il deficit di risalita rispetto al 2022 è praticamente azzerato in quanto lo scorso anno la falda era in fase di scarico già dai primi giorni di settembre. Sicuramente questo dato è condizionato positivamente dall’andamento del Sesia nell’ultimo mese, un andamento non perturbato da invasi o da riparti o da effetti di amplificazione della scarsità dovuto alla complessità delle reti derivate.

Nel grafico si può vedere come l’andamento più depresso e lento del 2022 rispetto al 2021, soprattutto nei valori massimi, un elemento preoccupante che richiede interventi straordinari già nella stagione invernale.

Scala di allarme riserva irrigua comparto risicolo e possibili interventi emergenziali
Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un costante indice di allarme assoluto che si mantiene anche al fine di non abbassare l’attenzione su un evento siccitoso epocale.

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