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CHI SI OCCUPA DI ACQUA IRRIGUA CHE ARRIVA IN PROVINCIA DI PAVIA

Scritto da

Ing. Lasagna Alberto

Pubblicato il

28/10/2022

Per proporre azioni di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e per gestire eventi come la recente siccità occorre anche comprendere la complessità del sistema istituzionale ed operativo nell’ambito delle risorse irrigue.

Il prossimo 18 novembre Confagricoltura Pavia organizzerà un convegno tecnico scientifico, in collaborazione con professori dell’Università di Pavia, per analizzare gli effetti della siccità e proporre soluzioni per prevenire e mitigare gli impatti.

Ma chi si occupa della risorsa irrigua che, in vario modo, arriva nella pianura risicola e in provincia di Pavia?
A livello nazionale le competenze sono in capo a:
Ministero dell’Agricoltura che si occupa di pianificazione agricola, gestisce i rapporti a livello comunitario e programma e finanzia iniziative specifiche in ambito irriguo quali il piano invasi o miglioramenti delle reti irrigue.
Ministero delle Infrastrutture che si occupa della gestione, esercizio e sorveglianza dei grandi serbatoi idroelettrici. L’attività di coordinamento è in capo alla Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture idriche.
Ministero dell’Ambiente che si occupa di tutto quanto afferisce alla programmazione delle dinamiche ambientali (Deflusso Minimo Vitale e Deflusso Ecologico poi attuati dalle Regioni) e, tra le varie competenze, ha anche ruolo nella proposta dei presidenti dei Consorzi di Regolazione dei laghi.
Dipartimento della Protezione Civile che interviene in caso di conclamate emergenze siccitose.
Si deve poi ricordare come parte del bacino tributante del Lago Maggiore sia in territorio elvetico quindi un ruolo nella gestione delle risorse è anche svolto dai soggetti che operano in ambito elvetico.

Passando a livello di bacino idraulico le competenze sono in capo a:

L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po è un Ente pubblico non economico, che opera sotto la vigilanza del Ministero della Transizione Ecologica, istituito con la Legge 221/2015 che ha accorpato le preesistenti Autorità di bacino del Fissero-Tartaro Canalbianco, del Reno, dei bacini romagnoli, del Conca-Marecchia e del Fiume Po.
Il bacino idrografico del Po interessa il territorio di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e si estende anche a porzioni di territorio francese e svizzero. L’Autorità di bacino è luogo di intesa unitaria e sinergia operativa fra tutti gli organi istituzionali interessati alla salvaguardia e allo sviluppo del bacino padano, caratterizzato da complesse problematiche ambientali.
L’Organo di indirizzo politico è la Conferenza Istituzionale Permanente, composta dai Ministri della Transizione Ecologica, delle Infrastrutture, dei Beni Culturali, delle Politiche Agricole, dal Dipartimento di Protezione Civile nazionale, dai Presidenti delle Regioni del distretto e dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento.
L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha sede a Parma, ove si è insediata nell’autunno del 1990. Svolge ruolo di indirizzo e di coordinamento nell’ambito della gestione dei fiumi presenti nel bacino idrografico di competenza.

Le Regioni sia a statuto ordinario che a statuto speciale hanno competenza diretta sull’applicazione delle politiche agricole di origine comunitaria, sulle dinamiche ambientali e quindi indicano le modalità di calcolo sia del Deflusso Minimo Vitale che del Deflusso Ecologico, sulle grandi concessioni d’acqua pubblica (derivazioni pari o superiori a 1000 l/s). Le Regioni sono deputate a rilasciare le grandi concessioni d’acqua pubblica nonché le concessioni riferite agli altri usi della risorsa irrigua, compresi gli usi industriali ed idroelettrici. L’attività di monitoraggio ambientale delle regioni è svolta per tramite delle ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale). Le Regioni, inoltre, possono dichiarare lo stato di emergenza sul proprio territorio, concedere specifiche e motivate deroghe in ambito ambientale e, ai sensi del Dlgs 102/2004, riconoscono eventuali condizioni di eccezionalità e avviare specifici censimenti dei danni, delimitando i territori colpiti, proponendo al MIPAAF il riconoscimento dell’eccezionalità degli eventi e lo stanziamento di specifiche risorse da utilizzare per eventuali ristori ai danneggiati.

Le Province, pur se ridimensionate dalla Legge 56/2014, hanno mantenuto competenze in ambito ambientale ed idraulico e in particolare operano nell’emissione delle piccole concessioni d’acqua pubblica (Derivazioni inferiori ai 1000 l/s), nell’ambito dell’attuazione di specifiche deroghe emesse dagli organi gerarchicamente superiori e nell’autorizzare la terebrazione di pozzi a qualsivoglia utilizzo, compreso l’uso agricolo. Le province hanno un importante ruolo di pianificazione per mezzo degli strumenti urbanistici sovracomunuali (ad esempio i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) nei quali possono essere individuate le aree agricole strategiche e quindi determinare le politiche necessarie alla salvaguardia delle stesse.

Nell’ambito della gestione delle riserve diventa centrale il ruolo dei Consorzi di regolazione dei Laghi. Sono Enti Pubblici non Economici ai sensi della Legge 70/1975 istituiti per la costruzione, manutenzione ed esercizio dell’opera regolatrice dei laghi. Sono Consorzi partecipati dagli Utenti irrigui ed industriali con un ruolo preminente nella scelta della governace apicale in capo al Ministero dell’Ambiente.

I principali attori dell’attività irrigua sono ovviamente i Consorzi Irrigui. La governance dei Consorzi Irrigui e principalmente scelta dagli Utenti ma le Regioni svolgono ruoli di controllo e, per molti aspetti, di indirizzo. La natura giuridica dei Consorzi Irrigui può essere sia di diritto pubblico (prevalentemente in Lombardia) che di Diritto Privato (prevalentemente in Piemonte). Nell’ambito dei comprensori dei Consorzi Irrigui o di bonifica principali, operano poi anche distretti irrigui a gestione diretta o autonoma o altri consorzi irrigui totalmente autonomi che derivano le loro portate o dai consorzi principali o direttamente da corsi d’acqua pubblica. Il ruolo del Consorzi Irrigui è centrale nella programmazione, gestione ed esercizio del servizio irriguo; i consorzi operano su reti di canali o di diretta competenza o affidati in gestione dalle Regioni.

Nell’ambito irriguo un ruolo importante è poi rappresentato dai produttori di energia idroelettrica. La produzione di energia può avvenire con modalità differita mediante lo stoccaggio di riserva idrica nei serbatoi alpini e successivo rilascio mediante passaggio in turbina, oppure mediante l’uso di portate fluenti. Se nel primo caso l’accumulo della risorsa nei serbatoi alpini può condizionare la disponibilità della risorsa soprattutto nei mesi di massima idroesigenza delle colture, nel secondo caso l’utilizzo non coerente con le esigenze irrigue, pur se rispettoso delle concessioni e quindi allo stato pienamente legittimo, può determinare una riduzione delle riserve idriche destinate prioritariamente all’utilizzo irriguo e conseguenti perdite di produzione agroalimentare. Gran parte delle società di produzione idroelettrica, pur se di natura privata e spesso quotata, sono costituiti da capitali a prevalente controllo pubblico.

Pur se con competenze minori ma comunque attivi nel contesto delle risorse idriche, operano gli ATO o Autorità d’ambito. L'ambito territoriale ottimale (ATO), è un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, come quello idrico (vedi Codice dell'Ambiente, D. Lgs 152/2006 e successive modifiche, che ha abrogato la L.36/94). Tali ambiti sono individuati dalle regioni con apposita legge regionale (nel caso del Servizio idrico integrato con riferimento ai bacini idrografici), e su di essi agiscono le Autorità d'ambito, strutture dotate di personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del servizio idrico integrato.

La gestione del servizio idrico integrato avviene per mezzo di specifiche società territoriali, più o meno strutturate o organizzate che gestiscono la captazione dell’acqua potabile, la distribuzione, la collettazione dei reflui, la loro depurazione e il recapito in corpi idrici superficiali delle portate depurate. L’attività di tali società territoriali impatta sia nell’esercizio dei pozzi idropotabili che nella gestione degli scarichi depurati oltre che delle acque di pioggia, attività di fatto più che di norma.

Ulteriori attori nelle scelte dell’acqua sono rappresentati dagli Enti gestori delle aree sottoposte a tutela ambientale che, pur non avendo ruolo diretto nell’esercizio idraulico, possono condizionare le scelte introducendo o gestendo la tutela ambientale in funzione della disponibilità di risorsa idrica con finalità di salvaguardia nei principali corpi idrici.
Calando questa sommaria analisi istituzionale nel comprensorio risicolo nord occidentale possiamo individuare i seguenti attori istituzionali o operativi:

Proviamo a farne un elenco che, stante la complessità delle competenze, sarà essenzialmente indicativo.
1. Ministero dell’Ambiente
2. Ministero delle Infrastrutture
3. Ministero dell’Agricoltura
4. Dipartimento della Protezione Civile
5. Autorità Elvetiche;
6. Regione Piemonte
7. Regione Valle d’Aosta
8. Regione Lombardia
9. Arpa Valle d’Aosta
10. Arpa Lombardia
11. Arpa Piemonte
12. Provincia di Torino
13. Provincia di Biella
14. Provincia di Vercelli
15. Provincia di Novara
16. Provincia di Alessandria
17. Provincia d Pavia
18. Provincia di Varese
19. Provincia di Milano
20. Provincia di Lodi
21. Consorzio Irriguo della Baraggia Vercellese
22. Associazione Irrigazione dell’Agro all’Ovest del Sesia
23. Associazione Irrigazione Est Sesia
24. Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi
25. Consorzi minori presenti nei comprensori dei principali Consorzi
26. ATO 1 Piemonte
27. ATO 2 Piemonte
28. ATO 3 Piemonte
29. ATO Varese
30. ATO Milano
31. ATO Pavia
32. Acqua Novara VCO
33. Pavia Acque
34. Metropolitana Milanese
35. Cap
36. Società operanti nel servizio idrico nella Provincia di Vercelli (7)
37. Enel
38. A2A
39. Iren
40.Edison
41. Consorzio del Ticino
42. Consorzio Adda
43. Parco del Po piemontese
44. Parco del Ticino lombardo
45.Parco del Ticino Piemontese
46. Parco del Po e dell’Orba

Tornando alle consuete analisi, in questa fase analizziamo il comportamento della falda che si sta scaricando con un rapporto di discesa in linea con le letture del 2021 il che evidenzia la necessità di intervenire con misure straordinarie di ricarica qualora non si voglia incorrere nuovamente nella ritardata attivazione di corsi d’acqua interni e fontanili.

Si riporta il consueto grafico con il dato 2021 e 2022.

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