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ANALISI DI DETTAGLIO DELLE RISERVE IDRICHE IN AMBITO AGRICOLO, SITUAZIONE AL 22 FEBBRAIO 2024

Scritto da

Ing. Lasagna Alberto

Pubblicato il

23/02/2024

Stiamo uscendo dalla parte più fredda dell’inverno e questo porta a ridursi sempre più la possibilità di costituire uno strato nevoso strutturato che garantisca uno scioglimento costante tale da garantire stabilità al sistema irriguo.

L’innalzamento delle temperature medie determina una nuova, e per molti aspetti sconosciuta, dinamica idrologica che porta alla compromissione sempre più precoce del manto nevoso con inevitabili ripercussioni sulla disponibilità irrigua nei mesi estivi.

Il manto nevoso è leggermente più strutturato degli ultimi due anni ma la totale assenza di neve al di sotto dei 1700 metri porta a rivedere le modalità di stima fin qui praticate, introducendo, nella redazione della scala di emergenza, un’analisi ponderata in funzione delle quote altimetriche. 

Il lago Maggiore presenta un buon livello idrometrico, una volta ancora si evidenzia come sia fondamentale conservare il volume almeno fino a maggio, mettendolo anche in correlazione, nei mesi successivi, con i volumi stoccati nei serbatoi idroelettrici.

La falda prosegue nella sua fase di scarico: negli ultimi 14 giorni si è vista una leggera accelerazione del calo.

Sostituire neve e ghiaccio, che si compromettono sempre più e sempre prima in conseguenza dell’innalzamento termico, con la capacità d’invaso rappresentata dalla falda freatica, diventa fondamentale per non soccombere nei mesi estivi. Si possono comprendere le titubanze e, talvolta, il non interesse di chi è più vicino alle Alpi, ma il sistema irriguo ed idraulico si salva solo in modo coordinato. Non è più il tempo delle miopie o degli interessi locali: con il campanilismo si perde tutti.

Sono molte le battaglie che ci attendono, e se gestire la falda freatica in ambito risicolo deve diventare un imperativo, altro elemento preoccupante che si sta facendo avanti è la rimodulazione del Deflusso Minimo Vitale verso il Deflusso Ecologico. Si tratta di una interpretazione normativa italiana della direttiva comunitaria sulla tutela delle acque e degli ambienti fluviali. Al fine di garantire non meglio specificati obbiettivi ambientali, di fatto si sottrae risorsa irrigua al sistema agricolo senza migliorare il dato ambientale, anzi peggiorandolo in condizioni di siccità in quanto si va a ridurre l’effetto polmone tipico di una falda freatica alimentata in modo costante e continuo dall’attività irrigua.

Sorge sempre più il dubbio che le ingenti portate, che le Istituzioni nazionali chiedono di lasciare nei fiumi, non servano tanto a fini ambientali ma per diluire eventuali disservizi dei depuratori: si rischia di sacrificare l’agricoltura per non palesare i mancati investimenti pubblici e privati nel trattamento delle acque reflue.

In questi giorni si parla di deroghe all’applicazione dei nuovi criteri per il deflusso ecologico, in realtà occorre che Consorzi Irrigui e Associazioni Agricole elaborino un nuovo modello di deflusso fluviale che tenga conto del rilascio della falda freatica, rilascio che avviene grazie all’attività agricola: ridurre le portate derivabili dai canali irrigui danneggia sia l’attività agricola che il benessere fluviale, almeno con riferimento all’areale risicolo.

Il Deflusso Ecologico, nel perimetro del terrazzo risicolo, deve diventare unicamente la portata, nell’ordine di qualche metro cubo al secondo, che garantisce la continuità ambientale tra “ valle traversa” ai piedi di ogni derivazione irrigua dai corsi d’acqua pubblica, e i tratti dove si ha la piena ricostituzione delle portate, ottenuta per mezzo della restituzione della falda freatica ai piedi del terrazzo.

Serve superare le logiche imposte da burocrati che non conoscono la complessità e il territorio e da un certo ambientalismo ideologico. L’areale risicolo, sulla base di osservazioni scientifiche, ha un proprio equilibrio secolare che, per mezzo della corretta e continua gestione irrigua, può essere salvaguardato. Tra Pavia, Novara e Vercelli, più si deriva acqua e la si immette in falda per mezzo dell’attività agricola, più si salvaguardano l’ambiente, l’agricoltura e l’economia.  Occorre che in tutti i territori, compresi quelli più a monte, si comprenda come la corretta gestione del sistema irrigazione / falda sia l’occasione per riscrivere le regole dell’irrigazione: dai criteri di riparto delle portate fra territori, fino alla corretta definizione del Deflusso Ecologico. Destinare decine di metri cubi al deflusso ecologico significa perdere la capacità di laminazione e regolazione fluviale costituita dalla falda freatica, condannando a morte la risicoltura prima e gli ambienti fluviali e le aree umide appena dopo. Siamo ancora in tempo per fermare questa follia, occorre che tutti gli attori agiscano coordinati. Confagricoltura Pavia è pronta a fare la propria parte a difesa dell’agricoltura irrigua nord occidentale ponendo al centro la Lomellina e il Pavese.

Riserve nevose:

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche evidenzia una situazione che, pur se meno peggio del 2022 e del 2023, preannuncia potenziali criticità per la seconda parte dell’estate.

Lago Maggiore:

Le precipitazioni delle ultime settimane e un primo scioglimento nivale favorito dalle temperature molto al di sopra delle medie ha permesso un importante recupero del livello. Fondamentale sarà conservare per quanto più tempo possibile questo volume, almeno fino a quando la circolazione dell’acqua innescherà colature e fontanili.

Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net.

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 21 febbraio.

Andamento Falda:

La falda freatica, nella stazione di misura considerata, prosegue nella sua fase di discesa in linea con gli anni precedenti.

Prosegue la stima del volume accumulato nella falda freatica dell’areale risicolo Vercellese, Novarese e Lomellino sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.

Nota sull’uso delle informazioni:

Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda.

I dati contenuti sono ottenuti per stima e sono oggetto di costante approfondimento.

Le informazioni in questa fase servono per definire un andamento e l’uso consente di individuare una traiettoria che agisca da dato indicativo. L’avvio della fase di test costituisce un servizio finalizzato alla conoscenza diffusa della potenzialità della falda, delle modalità di gestione e delle potenziali criticità connesse ad una errata interpretazione dei dati o una errata gestione delle modalità di ricarica.

Portata media restituita al sistema fluviale ai piedi del terrazzo risicolo nel periodo 8 – 22 febbraio 2024:

16 m3/s, valore ottenuto dalla riduzione del volume invasato al netto della percolazione nelle falde confinate rapportandolo al periodo considerato.

Il dato della portata restituita al sistema fluviale aumenta anche di 15 volte nella stagione estiva e inizio autunnale e questo diventa, nei fatti, componente ad oggi non conteggiata del Deflusso Ecologico.

Se noi non derivassimo acqua per irrigare, questa componente scomparirebbe, con buona pace delle finalità ambientali: ecco dimostrato come irrigare e distribuire acqua sul terrazzo risicolo, svolga, oltre che finalità agricole, anche importanti fini ambientali.

I dati elaborati vanno letti come linea di tendenza, il dato 2024 è in linea con il 2023 e leggermente superiore al 2022.

Con riferimento poi alla stazione di misura di Sartirana Lomellina si riporta anche l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi (agosto – gennaio) dell’ultimo triennio che evidenzia piovosità semestrali in linea nel triennio. 

Scala di allarme riserva irrigua comparto risicolo e possibili interventi emergenziali:

L’accumulo nevoso non particolarmente strutturato, e inferiore alla media degli ultimi 17 anni, induce ad indicare un livello 3 su 5 della scala di allarme. Il Lago Maggiore ha un discreto accumulo: in considerazione dell’accumulo nevoso l’indicatore è a 2 su 5. Con riferimento alla falda si ha un comportamento in linea con gli scorsi anni, l’indicatore che si ritiene più plausibile è 4 su 5.

Questo porta ad un indicatore complessivo della scala di allarme irrigua pari a 9 su un massimo di 15. Tale indicazione segnala la necessità di monitorare con attenzione l’evolvere della situazione confidando nelle precipitazioni delle prossime ore così da ridurre l’indice complessivo.

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