ANALISI DI DETTAGLIO DELLA SICCITÀ, SITUAZIONE AL 6 MAGGIO 2022

Finalmente piove! Una perturbazione organizzata ha portato significativi apporti di pioggia, mediamente sui 35 mm, nelle ultime 24 ore. Sopra i 2000 metri si è avuto un incremento dell’accumulo nevoso mentre, allo stato attuale, non si riscontra alcun aumento del lago Maggiore. In ogni caso almeno fino alla seconda decade di maggio la situazione rientra, in forza delle precipitazioni, in una qual certa normalità.
Purtroppo, la tendenza complessiva non è invertita da questo evento e tutti i macro-dati sono ancora estremamente allarmanti per quanto riguarda manto nevoso, accumulo nei laghi e ripresa della falda.
Lo scenario porta a confermare come l’attuale siccità, nonostante le piogge di questi giorni, sia di estrema gravità presentando uno degli scenari più complicati e, per molti aspetti, drammatici, degli ultimi 50 anni.
Analizzando l’evento meteorologico di fine aprile, si riscontra come le precipitazioni siano state in gran parte assorbite dagli strati superficiali del terreno pesantemente disidratati da 4 mesi di assoluta siccità, determinando quindi deflussi poco significativi nei fiumi e un riempimento ancor meno significativo dei laghi, tendenza che pare ripresentarsi con le piogge di queste ore.
A fine aprile, precipitazioni importanti, superiori ai 100 mm in circa 48 ore, hanno determinato un aumento del livello del Lago Maggiore, misurato a Sesto Calende, di appena 22 cm passando da – 10 cm a + 12 cm. Dei 22 cm di aumento circa 10 sono attribuibili alla pioggia caduta direttamente sullo specchio lacustre per cui gli afflussi, a quasi parità di portate derivate, hanno determinato un incremento di soli 12 cm, e tutto questo in conseguenza dell’assorbimento degli strati superficiali.
Negli ultimi giorni si è avuto un leggero incremento che ha portato il Lago a 18 cm con un sostanziale equilibrio giornaliero tra afflussi e derivazioni: il non aumento del lago in questa fase è un dato che, purtroppo, conferma la grave anomalia del periodo.
Il manto nevoso consolidato, ad assestamento della neve primaverile caduta, presenta un piccolo incremento alle quote più alte dovuto alle precipitazioni nevose della scorsa settimana, ma il dato complessivo resta estremamente preoccupante con un accumulo ancora inferiore di oltre il 60 % rispetto alla media degli ultimi 15 anni a pari periodo.
La situazione resta critica e solo piogge costanti e reiterate da qui ad agosto potranno garantire una stagione irrigua e una produzione agricola che si preannunciano quanto mai complicate.
Analizzando nel dettaglio:

Accumulo nevoso

Si è analizzata la situazione dell’accumulo nevoso al 6 maggio dell’ultimo quindicennio a diverse quote comprese tra 1300 e 2800 mslm, sul massiccio del Monte Rosa.
La seguente tabella riporta i dati osservati:

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Come indicato nell’analisi in premessa, le precipitazioni nevose dell’ultima settimana hanno determinato un parziale recupero del manto nevoso, che resta in ogni caso inferiore del 70 % rispetto alla media degli ultimi 15 anni a pari periodo. Sull’intorno dei 1000 – 1500 mslm il manto è ormai assente, come per altro atteso. Analizziamo ora le medie complessive per anno tenendo conto delle 4 fasce altimetriche cumulando i dati annuali indicati nella precedente tabella:

ANALISI DI DETTAGLIO DELLA SICCITÀ, SITUAZIONE AL 6 MAGGIO 2022

Per comodità di lettura riportiamo anche i dati organizzati in istogrammi e linee di tendenza.

ANALISI DI DETTAGLIO DELLA SICCITÀ, SITUAZIONE AL 6 MAGGIO 2022

Purtroppo, l’altezza media dell’accumulo nevoso è in costante calo negli ultimi 15 anni con un’accelerazione vertiginosa negli ultimi anni: nella prima decade degli anni 2000 l’accumulo medio era stimabile in circa 185 cm mentre nella terza decade degli anni 2000 siamo a meno di 120 cm medi, con il dato minimo osservato in questa stagione pari a 61 cm. Questo dato influenzerà sempre più la disponibilità estiva della risorsa irrigua, soprattutto rispetto alla componente garantita dallo scioglimento nivale che in assenza prolungata di precipitazioni costituisce la gran parte della risorsa disponibile.

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In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale scarsità di accumulo nevoso può essere sicuramente classificata con un valore 5, il massimo.

Situazione accumulo riserva nei laghi

Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione, anche qui, particolarmente complessa anche dopo l’evento meteorologico.
Si riporta di seguito il grafico visionabile sul sito laghi.net:

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Il livello idrometrico, in costante calo fino al 23 aprile, ha avuto una prima rapida ripresa di circa 10 cm prevalentemente dovuta alla pioggia caduta sullo specchio d’acqua. Nelle successive 72 ore si è avuto un ulteriore incremento di circa 12 cm dato da afflussi. In ogni caso un piccolo recupero che, purtroppo, non modifica un andamento molto complicato anche in conseguenza del sempre scarso accumulo nevoso che influenzerà negativamente gli afflussi nei mesi di giugno e luglio quando massima sarà la richiesta irrigua.
Attualmente la quota è a circa 19 cm e la risposta rispetto alle piogge in corso è purtroppo poco rilevante.

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In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale livello idrometrico, se valutato insieme alla scarsità di accumulo nevoso valutato il periodo, determina un’allerta 5.

Situazione falda

Confagricoltura Pavia prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po, in corrispondenza della confluenza del Sesia a Sartirana Lomellina.
L’analisi di dettaglio del comportamento della falda è iniziata nel maggio del 2021 inserendosi in una conoscenza pluriennale. Il seguente grafico evidenzia l’andamento della falda con una escursione di oltre 300 cm tra il valore minimo e il valore massimo misurato nell’arco di un anno.
Negli ultimi giorni si è riscontrato, dopo una stabilizzazione della falda, un primo lento aumento dei livelli dovuto alla riattivazione della rete irrigua e alle prime sommersioni. Si tratta di segnali che andranno meglio analizzati nelle prossime settimane. Sicuramente la scarsità di risorsa irrigua disponibile non favorirà una rapida ripresa della falda come si riscontrerebbe in condizioni normali. Attualmente siamo ancora 20 cm in meno rispetto alla stessa data del 2021, tale differenza negativa determinerà, salvo eventi di pioggia quanto mai consistenti, un ritardo nella piena riattivazione di colature e fontanili di almeno 8/10 giorni nel mese di luglio. Il recupero della quota di falda sta avvenendo con preoccupante lentezza e non si è ancora recuperato il deficit rispetto ai minimi del 2021.
Si dimostra una volta ancora come l’attività irrigua agricola non consuma risorsa ma accumula la stessa negli strati superficiali rallentandone il deflusso e svolgendo la fondamentale funzione di accumulo a favore di tutto il bacino padano: il più grande invaso d’Europa, pur se sotterraneo, con una capacità di accumulo governata dall’attività irrigua agricola pari ad oltre 1 miliardo di metri cubi d’acqua: l’invaso artificiale più grande d’Europa è il lago Omodeo in Sardegna che, tra le altre caratteristiche, deve il nome al suo progettista: il mortarese ing. Angelo Omodeo.
Questo accumulo di falda garantisce un rilascio al Po, da luglio a dicembre, di 150 m3/s medi pari ad oltre un terzo della portata minima del Po alla foce: è la risicoltura che garantisce l’acqua al Po nei mesi di siccità: occorre tenerne conto quando si parla di Deflusso Ecologico che spesso viene letto in sola dinamica ambientalista miope senza valutare la complessità di in sistema idraulico irriguo unico al mondo per riuso, circolarità e restituzione della risorsa utilizzata.

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Scala di allarme riserva irrigua comparto risicolo e possibili interventi emergenziali

Nonostante le piogge degli ultimi giorni resta massima la preoccupazione. Occorre utilizzare tutta la scarsa risorsa disponibile distribuendola su tutti i territori così da ricaricare quanto più possibile e quanto prima la falda evitando di mandare in scarico portate e accumulandola sia nei bacini idroelettrici che nei bacini prealpini e nella falda.
Diventa poi fondamentale un protocollo emergenziale di gestione dei bacini idroelettrici dove, con uno specifico ed auspicato provvedimento emergenziale da parte delle Istituzioni, si deve asservirne l’uso alla produzione agricola garantendo il rilascio in funzione delle esigenze agricole e non dell’andamento della domanda elettrica, almeno per i prossimi mesi di giugno, luglio ed agosto.
Il controllo della falda e il garantirne una ricarica costante, compatibile e coerente con le attività agricole e le migliori tecniche agronomiche, è poi elemento quanto mai utile per l’equilibrio del sistema.
Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un indice di allarme quanto mai preoccupante, costante rispetto alla precedente proiezione nonostante le piogge e la neve della scorsa settimana.

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