PRIME RIFLESSIONI SULLA STAGIONE IRRIGUA ESTIVA 2020

La stagione irrigua estiva 2020 si avvia verso una faticosa conclusione. Nel mese di maggio e di giugno, in questa rubrica, evidenziammo come l’osservazione degli accumuli nevosi e la modalità di costituzione degli stessi, lasciava presagire un andamento complesso e con possibili criticità.
Proprio l’accumulo nevoso presente a inizio stagione lasciava pochi dubbi sulle possibili difficoltà a partire dalla seconda decade di luglio, peraltro nonostante un giugno con un indice di scioglimento nivale tra i più bassi del decennio. Le costanti e importanti piogge del mese di maggio e di giugno hanno poi consentito di gestire senza particolari criticità la concomitanza delle bagnature del riso e del mais. Occorre evidenziare come le semine di riso fatte ad aprile e maggio hanno determinato una irrigazione anticipata rispetto agli scorsi anni, consentendo quindi di limitare la sovrapposizione delle prime bagnature proprio di riso e di mais.
Le piogge di maggio e di giugno hanno poi consentito di accumulare un’importante riserva nel Lago Maggiore tanto che al 20 di giugno la quota idrometrica a Sesto Calende era superiore a 130 cm. Nonostante la disponibilità di risorsa accumulata nel Lago a fine giugno, sul sito Laghi.net, possiamo vedere l’andamento in costante calo del Verbano, calo che è stato in parte bilanciato da continue riduzioni delle derivazioni ad uso irriguo dal Ticino, sia in sponda destra che in sponda sinistra a partire dall’ultima decade di luglio.

PRIME RIFLESSIONI SULLA STAGIONE IRRIGUA ESTIVA 2020

A partire dai primi giorni di agosto sono così iniziate le prime prevedibili criticità e al 7 agosto il Lago Maggiore è sceso sotto lo zero idrometrico con una riduzione del livello, nonostante gli apporti delle piogge, di quasi 3 cm al giorno con punte vicine ai 5 cm in sole 24 ore.
Il costante calo del Lago Maggiore, determinato da un progressivo ridursi degli afflussi (nello scorso numero della rubrica abbiamo riscontrato un comportamento quasi coincidente tra andamento degli afflussi e andamento del valore economico dell’energia elettrica prodotta), ha determinato riduzioni sempre più importanti alle derivazioni.
Il Canale Regina Elena deriva oggi 28 m3/s a fronte di una competenza di 73 m3/s , con una riduzione di oltre il 60%, solo in parte mitigata, per il territorio Lomellino, da una qual certa disponibilità da Po e Dora Baltea, probabilmente attribuibile alle minori richieste nel territorio ad ovest del Sesia. Sufficiente poi pare la disponibilità di risorgive e colature, come per altro sempre accade nella parte terminale della stagione irrigua estiva, tale disponibilità consente di integrare le portate derivate dai corsi d’acqua superficiali.
Situazione ben più complicata nel Pavese dove le portate derivate dal Ticino, asse portante di tutto il sistema irriguo, presentano riduzioni anche superiori al 60% e la ridotta disponibilità è ripartita sulla rete, con dinamica quasi emergenziale, per garantire le colture in maggiore sofferenza.
Le riduzioni, iniziate a fine luglio, hanno determinato che, ad esempio, il Naviglio Grande abbia una disponibilità ad oggi di 25 m3/s a pari a una riduzione, anche in questo caso, superiore al 60% rispetto alla portata di competenza.
Terminata questa stagione irrigua diventa fondamentale avviare una riflessione complessiva su come gestire al meglio la risorsa idrica, soprattutto con riferimento al Lago Maggiore, sollecitando a mantenere e, se possibile, incrementare la quota massima di invaso almeno fino al 31 luglio, portandola nell’intorno dei 150 cm e, nei mesi di luglio e agosto, avviare un ragionamento italo elvetico su come gestire al meglio anche la risorsa idrica presente nei bacini idroelettrici che, almeno per due mesi, possono e devono coniugare le esigenze di impresa con le esigenze irrigue di tutta la valle del Po.
Confagricoltura Pavia solleciterà e favorirà, con incontri specifici, l’apertura di questo confronto che si inserisce in un ragionamento più ampio e strutturato sull’uso della risorsa irrigua e sulla centralità del comparto agricolo, centralità resa ancor più evidente dall’attuale emergenza sanitaria e comunitaria.