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FORUM RISO: RECIPROCITA’ ESSENZIALE PER GLI EQUILIBRI DI MERCATO E A BENEFICIO DEI CONSUMATORI

01/07/2021

Clausola di salvaguardia, reciprocità ed etichettatura. Questi gli argomenti al centro della prima giornata del 4° Forum europeo del comparto, organizzato dall'Ente Nazionale Risi e che prevede un secondo appuntamento il prossimo 30 giugno, sempre in remoto.

Per la clausola di salvaguardia, tutti gli attori della filiera concordano sulla necessità di mantenere i dazi introdotti tre anni fa dall’Europa per il riso proveniente da Myanmar e Cambogia, che, dopo anni di crescita esponenziale di vendite verso la Ue, ha subito una frenata del 31% per le varietà Japonica e Indica nell’ultimo anno.

“Analogamente – afferma il presidente della Federazione Nazionale Riso di Confagricoltura, Giovanni Perinotti – abbiamo ribadito la necessità del rispetto della reciprocità dal punto di vista ambientale e sociale per il prodotto in provenienza da Paesi terzi, in analogia con le previsioni del Green Deal europeo”.

Nel documento che Confagricoltura ha condiviso con l’Ente Nazionale Risi, si evidenzia pertanto che “ogni decisione adottata all’interno del Green Deal e della politica commerciale dell’Unione europea dovrà essere oggetto di una rigorosa valutazione di impatto in termini di reciprocità” e che “la stipula di accordi bilaterali e la concessione di preferenze unilaterali dovranno avvenire solo con Paesi che siano in grado di garantire i medesimi standard in materia di rispetto dei diritti civili, politici e di regole ambientali vigenti nell’UE”.

Tutta la filiera, inoltre, concorda nel ritenere necessaria l’obbligatorietà di un’etichettatura comunitaria per il riso.

“Confagricoltura – precisa Perinotti – è a favore di un’etichettatura di origine a livello europeo con l’indicazione del Paese di coltivazione del riso. Una posizione condivisa dal mondo agricolo UE, che a nostro avviso va supportata anche da una campagna di comunicazione, in linea con quella appena terminata, capace di spiegare al consumatore i valori positivi del prodotto coltivato in Europa, che è di alta qualità e sostenibile. Per l’Italia, in più, è capace di esaltare al meglio le peculiarità degli altri prodotti della dieta mediterranea e della nostra cucina”.

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