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RIFORMA PAC POST 2022 – PRINCIPALI ELEMENTI DEL COMPROMESSO SUL NEGOZIATO

23/09/2021

ll negoziato sulla nuova Pac si e` concluso a Bruxelles il 25 giugno scorso. Adesso la discussione e` passata a livello nazionale. Nella programmazione 2023-2027, gli Stati membri godranno di una maggiore flessibilità per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle dotazioni finanziarie della Pac. Entro il 31 dicembre 2021 l’Italia dovrà presentare a Bruxelles un Piano strategico nazionale (Psn) che stabilisca le modalità con cui intende conseguire gli obiettivi della Pac.

I piani strategici saranno la combinazione di tutti gli strumenti della Pac:

  • Pagamenti Diretti;
  • Programmi di Sviluppo Rurale;
  • Interventi Settoriali

La Commissione Europea controllerà i Piani Strategici e li approverà entro il 30 giugno 2022.

Complessivamente l’Italia avrà a disposizione il 15% in meno di risorse in termini reali nel 2021-2027, rispetto al precedente periodo.

I Pagamenti Diretti saranno ridotti del 18% ed il premio di base potrebbe ridurre la sua incidenza dall’85% attuale (valore titoli + Greening) al 38% del totale dei pagamenti diretti.

La nuova PAC è caratterizzata da una maggiore ambizione ambientale sia nel 1° che nel 2 ° Pilastro.

La condizionalità viene rafforzata e viene introdotta per la prima volta la Condizionalità sociale ovvero il rispetto di alcune norme dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro. La condizionalità “rafforzata” implica necessariamente che gli impegni degli Eco schemi (ossia le misure di carattere ambientale cui ciascuna azienda potrà aderire in modo volontario) siano particolarmente ambiziosi e ciò comporterà sicuramente alcune difficoltà, almeno in fase iniziale della attuazione.  Agli Eco-schemi, tuttavia, gli Stati devono dedicare almeno il 25% delle risorse dei pagamenti diretti.

Altro aspetto rilevante riguarda il pagamento redistributivo cui dovrebbero essere dedicate il 10% delle risorse dei pagamenti diretti. Ricordiamo che tale sostegno prevede un pagamento per ettaro a favore delle aziende di medie o piccole dimensioni. L’importo non potrà eccedere la media nazionale e lo Stato Membro dovrà fissare un numero massimo di ettari richiedibili.

Per i giovani agricoltori è stato dedicato un massimale pari al 3% dei pagamenti diretti, ma tale massimale potrà essere anche la somma di interventi sul I e/o II Pilastro.

 Sempre in termini economici il 3% delle risorse potrà essere destinato ad interventi di gestione del rischio andando ad implementare le risorse stanziate con lo Sviluppo Rurale.

Il massimale fissato invece per il Pagamento Accoppiato è pari al 13% (più un 2% delle colture proteiche).

Infine, in materia di Capping e pagamenti degressivi il compromesso stabilisce un capping volontario totale a partire da 100 mila euro di pagamenti diretti. Il capping è calcolato sul pagamento di base.

Gli SM possono anche prevedere una riduzione sino all’85% dei pagamenti diretti disaccoppiati che superano i 60mila euro (degressività) secondo fasce di importo definite. 

Prima del taglio dei pagamenti mediante “degressività” e/o del “capping” è possibile sottrarre:

  •  tutti i costi dei lavoratori salariati;
  • l’equivalente di un salario per coloro che lavorano in azienda, ma che non percepiscono tale salario;
  • i costi relativi alla manodopera dei servizi acquisiti (incluso il contoterzismo) relativi all’attività agricola.

PRIME CONSIDERAZIONI

Secondo Confagricoltura la Riforma PAC, così come concepita in sede di compromesso, avrà un impatto molto significativo sulle imprese agricole. 

Il valore dei contributi potrà ridursi in modo anche molto consistente, e ciò a causa della fortissima riduzione del budget complessivo che sarà assegnato al capitolo “pagamenti di base” (quelli, appunto, erogati tramite i titoli PAC), a causa dell’applicazione del meccanismo della convergenza interna (riduzione del Valore dei titoli alti/aumento del valore dei titoli bassi verso un valore medio unico nazionale) e a causa dei meccanismi della degressività/plafonamento. 

Nel complesso le prospettive non sono affatto rosee, se è vero che, dalle prime simulazioni effettuate, la riduzione del contributo PAC di una azienda potrà essere anche del 40-50% ed oltre….

È pur vero che una parte della riduzione degli introiti dei titoli PAC potrà essere reintegrata aderendo ai cosiddetti “Ecoschemi” (agli Ecoschemi, infatti, sono destinati ben 900 milioni di euro, cioè il 25% dell’intero budget PAC) e con i pagamenti accoppiati. 

Preoccupano altresì le possibili complicazioni burocratiche che potrebbero derivare dall’applicazione degli Eco-Schemi e per la condizionalità sociale che sicuramente costituirà un notevole aggravio amministrativo.

Sono invece positive le novità relative a degressività e capping che confermano la volontarietà di applicazione da parte degli Stati Membri, nonché le deroghe confermate per le aziende con colture in sommersione (riso), foraggere e proteiche.

Occorre mettere in evidenza come Confagricoltura sia stata l’unica Organizzazione a contrastare, con risultati tangibili, l’andamento del negoziato.

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