Siccità: Un drammatico presente fatto di storia.
12/07/2022
Leonardo Da Vinci, Sforza e Sforzesca, l’abbazia Cistercense di Breme.
Ci sarebbe molto da raccontare sulla storia, sulla coltivazione del riso e sulla rete irrigua che dal 1200 consente la coltivazione del riso in Lomellina, la cui coltivazione è certa dal 1400. Questa rete si completa nella seconda metà del 1800 con la costruzione del Canale Cavour che ha unito i territori non irrigui di monte e di valle, di vercellese, novarese e lomellina. Nel secondo dopoguerra ecco il canale Regina Elena che con il diramatore alto novarese per portar le acque del Lago Maggiore nelle porzioni più settentrionali dell’Est Sesia, integra ulteriormente le portate del Canale Cavour. Territori uniti da una antica visione unitaria che ora qualche spinta esterna cerca di dividere proprio nel mezzo della più drammatica siccità che si ricordi.
Questa siccità ci insegna che le regole applicate fino allo scorso anno non sono più valide, che con i paradigmi vecchi si esce tutti sconfitti. Servono regole nuove, capacità di gestione innovativa che governi la risorsa acqua nel suo complesso, garantendo autonomia ai consorzi ma ponendo al centro la risorsa che sarà sempre più scarsa. Occorre rivedere i decreti di riparto delle portate concesse, atti ormai vecchi di 40 anni ma soprattutto immaginati in un tempo con un clima meteorologico totalmente diverso dall’attuale.
Dighe, manutenzione, concessioni, rotazioni colturali, riparto delle risorse, gestione consortile delle dispense, quota e tempi di invaso del Lago Maggiore, sommersione invernale con ricarica della falda, gestione dell’invaso di falda e delle restituzioni al Po: Queste sono le parole d’ordine di Confagricoltura Pavia. Oggi non è il tempo delle polemiche o dei campanilismi, serve che i Consorzi irrigui operino in modo da salvare quanti più raccolti possibili con la scarsissima risorsa disponibile. Sappiamo che nella parte meridionale del comprensorio di Est Sesia molti raccolti sono già totalmente compromessi. Ribadiamo una volta ancora che non servono urla o rivendicazioni o appelli alla storia che poi rischiano di essere traballanti. Serve essere vicini alle imprese agricole che vedono a serio rischio gran parte della produzione agricola, serve non delegittimare i consorzi di irrigazione che stanno vivendo una situazione senza precedenti, serve vedere il territorio nella sua unitarietà e non nasconderci in orticelli che sono fuori dal tempo e dalla storia.
Corretto riparto delle risorse tra consorzi e nei consorzi deve essere un caposaldo per tutti.
Lavoro, pragmatismo e serietà per salvare i raccolti, quanti più raccolti possibile, senza perdere tempo a guardare le targhe dei trattori.