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Misure Insufficienti contro la PSA, gli allevatori della provincia di Pavia pagano il prezzo

05/06/2024

Peste suina africana (PSA): tutto è partito dall'agosto 2023. Un po' di storia, le perplessità e lo stato dell'arte a oggi: ne abbiamo parlato con Stefano Bianchi, allevatore e consigliere di Confagricoltura Pavia.

Cos'è successo a Zinasco nell'agosto 2023?

Nell'agosto del 2023 ci sono stati dei focolai di peste suina africana (PSA) nel settore domestico a Zinasco. A settembre, le autorità hanno deciso di chiudere tutta la provincia, senza comprendere appieno il motivo per cui il virus si fosse diffuso nel domestico. Questa decisione ha portato a una chiusura totale della provincia fino al 30 novembre.

Quali sono state le conseguenze di questa chiusura per gli allevatori?

Abbiamo affrontato enormi difficoltà. Chi aveva solo l'ingrasso ha visto i maiali diventare sovrappeso, mentre chi gestiva tutto il ciclo, dalla nascita all'ingrasso, ha dovuto affrontare sovrappeso e sovrannumero. Il ciclo produttivo è continuato nei tre mesi di chiusura, ma le restrizioni non hanno impedito la diffusione della PSA, che ha continuato a infettare le zone limitrofe.

Come avete gestito la situazione nel settore domestico?

Nel settore domestico, grazie alle misure di biosicurezza rafforzate come recinzioni e disinfezioni, non ci sono stati nuovi casi di PSA. Tuttavia, il virus ha continuato a circolare tra i cinghiali selvatici, diffondendosi a oggi fino a Parma.

Cosa è successo alla riapertura a fine novembre?

Alla fine di novembre, siamo tornati a una zona dove era possibile commercializzare i nostri animali, ma nessuno li voleva. Io, ad esempio, ho potuto vendere i primi maiali solo il 6 gennaio, e a un prezzo ridotto del 40%. Questo ha causato un significativo danno economico, soprattutto perchè siamo arrivati alle festività natalizie con molta incertezza.

Avete ricevuto ristori per le perdite subite?

I ristori ci sono stati ma non sono stati sufficienti. Le sovvenzioni per sovrappeso e sovrannumero sono state decurtate e abbiamo avuto difficoltà ad accedervi. La situazione era davvero tragica.

Come ha reagito Confagricoltura?

Confagricoltura ci è stata vicina, ma il problema è che la provincia di Pavia rappresenta una piccola parte del totale nazionale, quindi la sensibilità verso il nostro problema territoriale non è stata elevata. Però oggi voglio ribadire con forza ancora una volta che che i nostri animali sono sani e vengono sottoposti a rigorosi controlli. Anzi, i controlli a cui vengono sottoposti i nostri animali sono ben più rigorosi rispetto a quanto fatto sul resto del territorio nazionale proprio perchè eravamo in una zona sensibile. E oggi, nonostante tutti questi controlli, nel domestico non è stato trovato un solo animale infetto!

Quali sono le vostre richieste principali per il futuro?

Abbiamo chiesto una moratoria sui mutui e ci è stata forse concessa, anche se non è ancora chiarissimo. Inoltre, chiediamo che la politica dei prezzi venga sistemata e che ci sia una netta separazione tra infezioni nel selvatico e nel domestico. Se i cinghiali sono positivi ma i nostri maiali domestici sono sani, dovremmo poterli commercializzare come tali. Chiediamo anche ristori per i prezzi inferiori che subiamo.

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