UN ANNO DI PSA A PAVIA, SERVONO AZIONI URGENTI
29/08/2024
Da oltre un anno la PSA è entrata negli allevamenti, in queste settimane siamo in presenza di una nuova emergenza, servono urgenti azioni di supporto per non compromettere definitivamente il comparto.
Il 26 agosto 2023 si manifestava il primo caso di Peste Suina Africana negli allevamenti pavesi. Con quel contagio iniziava un periodo critico che vede, ancora oggi, il comparto suinicolo della provincia di Pavia nel pieno dell’emergenza a distanza di un anno.
I numeri del Settore suinicolo a Pavia prima dell’emergenza:
Suini presenti al 31 marzo 2023 (ultimo censimento ante emergenza): 230.000
Imprese direttamente operanti nell’allevamento: 170, di cui alcune con più siti aziendali.
Personale direttamente impiegato negli allevamenti: 400 addetti.
Prima fase dell’emergenza, 26 agosto 2023 – 30 novembre 2023:
Capi abbattuti nei focolai nel corso del 2023: 45.000
Danni indiretti al comparto suinicolo pavese fino al 30 novembre 2023, accertati da Regione Lombardia: € 4.800.000.
Situazione 1 dicembre 2023 – 30 giugno 2024:
Le imprese suinicole pavesi hanno subito un deprezzamento delle carni anche superiore al 50% praticato unilateralmente dall’industria della trasformazione. Tutto il comparto suinicolo pavese ha subito restrizioni e vincoli ben superiori al restante comparto suinicolo nazionale. Nel frattempo il depopolamento dei cinghiali, principale vettore del contagio, è proseguito a rilento e l’areale di ritrovamento di ungulati positivi alla PSA si è sempre più ampliato.
Le imprese sono in attesa dell’emanazione di un Decreto che, nel solco di quanto avvenuto fino al 30 novembre 2023, riconosca i danni patiti dal comparto.
Da Settembre 2023 a luglio 2024 non si sono più riscontrati contagi negli allevamenti grazie ai sacrifici e alle imponenti misure di biosicurezza adottate da tutti gli allevamenti. Nell’ultima decade di luglio 2024 si è manifestata una nuova impennata nei contagi negli allevamenti, con episodi in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Questa fiammata epidemiologica mette in ulteriore difficoltà il comparto, difficoltà che si vanno drammaticamente a sommare alla situazione in essere da un anno e mai superata. L’impennata dei contagi in essere deve essere attentamente analizzata perché non può essere ricondotta a sole motivazioni antropiche, stante il lungo periodo di assenza di contagi proprio in quell’areale.
La situazione è precipitata proprio nelle ultime settimane con 23 allevamenti contagiati nel nord ovest, di cui 12 nella Provincia di Pavia.
Situazione al 30 agosto 2024:
Capi abbattuti nei 12 focolai in provincia di Pavia tra luglio e agosto 2024: 50.500
Totale capi presenti in provincia di Pavia a marzo 2023 : 230.000
Totale capi presenti in provincia di Pavia a agosto 2024: 100.000
Riduzione percentuale: 57%.
La riduzione di capi è da attribuire sia ai depopolamenti di natura sanitaria finalizzati a creare ampie zone cuscinetto, che ai mancati riaccasamenti dovuti a scelte imprenditoriali visto il protrarsi della fase emergenziale.
Valore del comparto suinicolo in provincia di Pavia ante emergenza (dati 2023):
Valore dalla Produzione Lorda Vendibile collegata all’allevamento: € 150.400.000
Valore dell’Azoto prodotto dagli allevamenti utilizzato sia come concime che nella produzione di energia: € 16.300.000
Mancato accesso agli ecoschemi della nuova PAC da parte degli allevatori: € 1.500.000
Valore prodotto dalla filiera (Mangimi, trasporti, servizi veterinari, gestione alimenti, produzione agricola): € 50.000.000
Il comparto suinicolo in provincia di Pavia aveva un potenziale economico pari ad almeno: € 218.200.000
L’allevamento suinicolo pavese rappresenta il 3% dell’allevamento nazionale.
Il protrarsi dell’emergenza rischia di compromettere totalmente il comparto suinicolo in provincia di Pavia con un pesantissimo impatto sull’intera economia pavese.
Servono provvedimenti concreti e urgenti per dare risposte alle imprese coinvolte da oltre un anno da questa emergenza. Occorre intervenire con rapidità e pragmatismo, nel rispetto delle ordinanze commissariali, per consentire alle imprese ancora attive di non interrompere l’attività, senza lasciarle travolgere dalle dinamiche speculative viste negli scorsi mesi. Le imprese coinvolte dai depopolamenti devono poi avere risposte rapide sulle tempistiche di riavvio.
Le azioni di contenimento ed eradicazione del cinghiale devono essere razionalizzate e implementate così da ridurre la circolazione virale.
Le imprese non possono essere lasciate sole o, peggio, incolpate, per un evento propagato dalla fauna selvatica.
Confagricoltura Pavia, al fianco dei propri associati e di tutto il comparto pavese, chiede, una volta ancora così come sta facendo da un anno, misure urgenti e concrete per permettere alle imprese di non chiudere.
La situazione è grave e il protrarsi di questa fase emergenziale rischia di causare la perdita di centinaia di posti di lavoro in ambiti rurali dove l’agricoltura è l’unica attività imprenditoriale presente. Sono a forte rischio di chiusura gli allevamenti suinicoli con pesanti ripercussioni su tutta la filiera connessa. Si stima un danno economico quantificabile in centinaia di milioni di euro, con ulteriori e inevitabili ripercussioni su tutto il nostro comparto agricolo provinciale, già provato da pesanti emergenze nel recente passato (siccità, eventi meteoclimatici e peronospora per fare solo qualche cenno).